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G. Morelli - Rappresentazione prospettica del Castello di Termini |
Le origini del castello di Termini risalgono a quasi mille anni fa. Il primo indizio è costituito da una epigrafe araba che si fa risalire agli ultimi decenni del novecento e che era incastrata in un muro attiguo alla porta meridionale del castello. L'epigrafe è oggi conservata nel museo civico.
Si hanno notizie più certe nel 1154, quando il geografo arabo Idrisi descrive il sito enfatizzando l'importanza della struttura difensiva: "... Rocca fra le più imponenti e sito tra i più ragguardevoli...".
Le informazioni sulla sua effettiva consistenza rimasero però generiche fino al 1500, cioè fino a quando militari, geografi e disegnatori cominciarono a raffigurare la città e il suo paesaggio nelle forme tipiche della rappresentazione: carte topografiche, vedute prospettiche, visioni assonometriche.
Il disegno acquarellato di G. Morelli (1622), conservato nella Biblioteca Reale di Torino (vedi sopra), raffigura il castello in prospettiva, esso rappresenta un reale rilievo grafico e pittorico della costruzione.
Il castello venne distrutto nel 186o per mano dei Borboni. Delle antiche strutture restano oggi soltanto alcuni brevi tratti della cinta muraria ed una grande cisterna per la raccolta dell'acqua dell'acqua posta sulla sommità e inglobata nell'attuale costruzione degli anni '50. Questa con rampe e terrazzamenti, consente l'accesso al punto più elevato della rupe e costituisce un eccezionale punto panoramico sul paesaggio del golfo di Termini.
Tre scatti dal suddetto punto panoramico
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