Premessa


Credo sia opportuno citare l'introduzione del famoso libretto su Termini Imerese di Giuseppe Patiri "... la povera città delle più antiche terme del mondo ben di rado si affaccia in mente al "touriste" allo "sportman" ed a tutte le elette turbe dei viaggiatori, che le gettano un'occhiata, attraverso i convogli ferroviari, e ne ammirano, al più, il bel panorama; ma tirano dritto attratti dalla fama di altri siti... (Giuseppe Patiri Termini Imerese Antica e Moderna - 1899).

martedì 13 dicembre 2011

Il Castello di Termini

G. Morelli - Rappresentazione prospettica del Castello di Termini



C'era una volta un grande castello ..., a questo punto qualcuno penserà alla canzone, ma voglio invece parlare proprio di un castello. E' di qualche anno fa una lodevole iniziativa, a cura dell'Architetto Rosario Nicchitta e del comune di Termini Imerese, che aveva consentito ad un vasto pubblico di conoscere la storia del castello di Termini. E' singolare che il titolo della mostra recitasse "IL CASTELLO DI TERMINI... dove si cerca di spiegare dove guardare e come osservare ciò che si vede..." visto che adesso c'è poco da guardare e da spiegare dal momento che tutto è stato chiuso. Mi permetto pertanto di utilizzare il materiale pubblicato e tentare di replicare un'azione di divulgazione. Le notizie provengono tutte da "IL CASTELLO DI TERMINI" di  Rosario Nicchitta edito da "editrice GASM".

Le origini del castello di Termini risalgono a quasi mille anni fa. Il primo indizio è costituito da una epigrafe araba che si fa risalire agli ultimi decenni del novecento e che era incastrata in un muro attiguo alla porta meridionale del castello. L'epigrafe è oggi conservata nel museo civico.
Si hanno notizie più certe nel 1154, quando il geografo arabo Idrisi  descrive il sito enfatizzando l'importanza della struttura difensiva: "... Rocca fra le più imponenti e sito tra i più ragguardevoli...".
Le informazioni sulla sua effettiva consistenza rimasero però generiche fino al 1500, cioè fino a quando militari, geografi e disegnatori cominciarono a raffigurare la città e il suo paesaggio nelle forme tipiche della rappresentazione: carte topografiche, vedute prospettiche, visioni assonometriche.
Il disegno acquarellato di G. Morelli (1622), conservato nella Biblioteca Reale di Torino (vedi sopra), raffigura il castello in prospettiva, esso rappresenta un reale rilievo grafico e pittorico della costruzione.
Il castello venne distrutto nel 186o per mano dei Borboni. Delle antiche strutture restano oggi soltanto alcuni brevi tratti della cinta muraria ed una grande cisterna per la raccolta dell'acqua dell'acqua posta sulla sommità e inglobata nell'attuale costruzione degli anni '50. Questa con rampe e terrazzamenti, consente l'accesso al punto più elevato della rupe e costituisce un eccezionale punto panoramico sul paesaggio del golfo di Termini.



Tre scatti dal suddetto punto panoramico









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